24 agosto 2006

Mi sdoppio in quattro o forse in sedici? 

Quadrupli processori, quattro schermi da cui scegliere gestibili con expose e magari con quattro utenze diverse e pure un layer per dashboard: in quale parte del tuo schermo Mac vuoi andare oggi?

Con l'avvento del nuovo Leopard, la versione 10.5 di Mac OS X, avremo Spaces che permette di mostrare fino a 4 schermi virtuali che possono interagire tra loro: se li combiniamo con la possibilità della multiutenza e con quella di avere un layer virtuale per i widget accessori di Dashboard possiamo senza dubbio affermare che mai prima d'ora avete potuto permettervi tante finestre aperte sul vostro Mac. 

Ma tanta potenza sarebbe inutile senza avere un sistema stabile che non ha bisogno di riavviarsi: gestire una tale quantità di informazioni ripartendo da zero ogni volta sarebbe più una perdita di tempo che un guadagno di efficienza.
Chi lavora con le ultime versioni di Mac OS X sa che non sarà questo il problema; piuttosto occorreranno dei corsi di rilassamento per farsi prendere dalla frenesia di far girare decine di applicazioni tutte insieme!

Qui sotto il filmato di Leopard al lavoro con Expose all'interno di Spaces.

Una notte all'Opera (mini)

Navigando su Internet da oltre 11 anni non mi entusiasmo come facevo qualche anno fa per le soluzioni che permettono di sfruttare il cosiddetto "web in piedi": fino a qualche mese fa c'erano troppi compromessi tra usare uno smartphone o un cellulare/palmare costoso, un browser che renderizza approssimativamente le pagine, i costi elevati delle connessioni dati.
Il progresso tecnologico dovrebbe permettere di avere servizi migliori a costi sempre più bassi e accessibili e invece...

C'è poi una sensazione di rifiuto dovuto alla troppa frequentazione: per lavoro o per diletto siamo ormai davanti ad internet più che insieme ai nostri figli e il desiderio di staccarsi, disintossicarsi dai sistemi di comunicazione imperanti per i technogeek cresce con l'età.

In questi ultimi giorni d'estate, dopo essermi rifiutato categoricamente di portarmi dietro in ferie il palmare abbinato al telefono e avere limitato l'accesso al computer alle sole necessità redazionali di Macitynet (c'era da seguire il WWDC) ho riscoperto un software fantastico che pure avevamo segnalato su MacProf qualche mese fa: Opera mini


Con un semplice cellulare da 99 Euro (un K608 Sony Ericsson) e con l'applicazione Java dei bravissimi norvegesi di Opera qualsiasi utente dotato di un telefono neanche tanto "smart" dotato di uno schermo a discreta risoluzione 176x220 pixel e connessione UMTS o GPRS è in grado di accedere alle pagine standard di molti siti come quelle di Macitynet nei suoi vari portali e persino del forum, dei principali giornali online, insomma di tutto il web con una impaginazione decentemente riducibile ad un piccolo schermo.


Certo, dovete sempre utilizzare un abbonamento a forfait per i dati (come Libero Mega no limit o altre analoghe offerte di altri operatori) per non ritrovarvi un salasso in bolletta o sulla prepagata, ma alla fine, se la vostra vacanza è decentemente lunga, potete ripagarvi la cifra con le decine di euro risparmiate nei tanti servizi SMS, MMS e a tempo che per fornire poche informazioni molte volte insufficienti fanno scattare inesorabilmente il tassametro del vostro credito telefonico.

Un esempio? La ricerca di un ristorante.
Siete tra amici e cercate il numero di quel tal ristorante sul lungomare per verificare se è aperto per turno o per prenotare i posti per tutta la compagnia. Provate a telefonare all'892424 (da leggersi sulla musichetta che accompagna la pubblicità di Claudio Bisio): per fornirvi 3 indirizzi e fare una ricerca per nome o per via vi chiedono 3 Euro e passa e se magari avete sbagliato a trascrivere un numero dovete ripetere di nuovo tutta l'operazione.
Con Opera mini trovate nei preferiti sia il bookmark delle Pagine Gialle (che sta dietro all'892424) che quello delle Pagine Bianche ma anche Google e, una volta pagato il forfait iniziale mensile che utilizzate per mille altre cose, non vi costa nulla trovare l'indirizzo e il numero del ristorante ma pure la recensione dell'esperto di culinaria, la presenza o meno di un parco per bambini, lo spettacolo che stanno facendo nel cinema lì vicino.

Insomma Opera mini sta ai servizi telefonici come il VOIP o Skype stanno alla telefonia tradizionale: si paga un forfait iniziale e poi avete accesso a tutto un mondo di informazioni gratuite anche su un telefono da poche decine di Euro.

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23 agosto 2006

Gli ultimi fischi per Steve Jobs

In questi ultimi anni abbiamo assistito in diretta o attraverso gli streaming QuickTime a tutti i Keynote di Steve Jobs ma quello che davvero ha segnato il passaggio alla nuova era di Apple è stato anche quello del 1997 in cui il CEO di Apple, appena tornato al comando dell'azienda da cui era stato cacciato dopo il lancio di Macintosh (si veda il precedente post) annunciava l'accordo quinquennale con Microsoft, la risoluzione delle cause incrociate pendenti e l'ingresso dell'azienda di Bill Gates come azionista (senza voto) di Cupertino.
E' in pratica il punto di chiusura del romanzato "I pirati della Silicon Valley": le azioni di Microsoft sono state poi rivendute ma il filmato è da rivedere anche per diversi aspetti non marginali: è probabilmente l'ultima volta che Steve Jobs e' stato fischiato in un keynote davanti ad un pubblico "amico": il suo imbarazzo davanti ad un pubblico adorante ma sconcertato è evidentissimo cosi' come l'espressione di Bill Gates è simile a quella un gatto che si è mangiato il topo.
Quella mossa però fu l'inizio della riscossa per Cupertino e la premessa per portare una azienda sull'orlo del fallimento al primo posto dell'innovazione nel settore del digital lifestyle.
Mettere da parte per un po' l'orgoglio personale (e prodotti inventati da altri come Newton) per portare Apple ad una rivincita: quelli sarebbero stati gli ultimi fischi per Steve Jobs.

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22 agosto 2006

Non fidatevi di un computer che non potete sollevare

La visione del filmato che potete gustare qui sotto può far partire mille riflessioni:
- Avete mai visto un uomo felice quanto Steve Jobs nel presentare un aggeggio elettronico?
- Se avete visto il film "I pirati della silicon valley" invero un po' caricaturale ed esagerato, ritrovate dietro a quel sorriso tagliente tutta l'infinita storia che ha portato alla nascita del Mac e alla prima cacciata di Jobs da Apple?
- Cosa sarà passato nella testa di Jobs nel vestirsi in quel modo che non siamo abituati a riconoscere nella sua storia precedente e in quella recente?
- Non vi fa sorridere l'uso della musica di "Momenti di Gloria" di Vangelis, stra-abusata in quei tempi per qualsiasi presentazione di eventi "eccezionali"?
- Avete notato che tutti i grandi computer creati da Jobs hanno una maniglia o sono facilmente trasportabili anche indipendentemente dal peso? Dall'iMac all'iBook colorato, dai G3 Bianchi e blue fino ai Mac Pro potete portarveli dietro, quasi prenderli per mano.

Una cosa è certa: per molti di noi la presentazione di quel video che magari abbiamo visto replicato in immagini sulle riviste che ci arrivavano dagli USA (come A+ o Creative Computing) o cominciavano ad apparire in Italia (come Applicando) ha significato tantissimo, ha sconvolto il nostro modo di confrontarci con un computer: non più una fredda macchina con tasto da accendere ma uno strumento da cui ricevere un benvenuto.
"Hello computer con la maniglia!"

18 agosto 2006

Bevagna o Montegridolfo come Mountain View?

Non sarà a sfuggita a nessuno la notizia che Google ha "wi-fizzato" (orribile neologismo) la cittadina di Mountain View in California, la città che ha visto nascere le idee che hanno portato Brin e Page a dominare il mercato dei motori di ricerca e dei servizi web.

Ora portare la connessione wireless in una cittadina di 70.000 abitanti può costare milioni di dollari ma perchè non si potrebbe fare altrettanto in quei piccoli paesi toccati dalla fortuna di avere un mecenate che ha investito risorse e idee come ha fatto Roberta Ferretti a Montegridolfo tra Marche e Romagna o in quei borghi come Bevagna in Umbria al cui studio si dedicano economisti e sociologi come esempio di una Italia da recuperare?

Una connessione wireless gratuita ma anche a prezzi "popolari" è uno dei maggiori stimoli alla frequentazione da parte di turisti e residenti che vogliano mantenere il contatto con la società della comunicazione, accedere al VOIP gratuito, mettere in movimento idee e risorse.

Che aspettano i nostri grandi imprenditori? Un po' di pubblicità con un servizio ai piccoli paesi sperduti nel digital divide nostrano sarebbe sicuramente un ottimo investimento!